In Italia le due testimonianze della Shoah nella cultura popolare scritte sotto forma di libro e spesso portate in ambito scolastico sono due: la prima è quella più giovanile, emotivamente vicina e struggente, ovvero il diario di Anne Frank. La seconda, che va invece ad analizzare situazioni con l’occhio critico dell’uomo di scienza, è proprio questa: Se questo è un uomo, di Primo Levi.
Levi viene deportato in un campo di concentramento sul fine della guerra, e in questo libro non fa altro che raccontarci la sua personale, terribile esperienza.
Il modo schietto ed asciutto che Levi utilizza penso sua stato uno elemento importantissimo per il popolo italiano e internazionale, perché - in caso avessimo ancora qualche dubbio - ci conferma la cruda verità: quei campi non hanno bisogno di essere romanzati e carichi di paragrafi emotivi per lasciarci disgustati: il regime nazista ha commesso orrori e crimini contro l’umanità ineguagliabili, che in questo libro vengono messi a nudo con analisi profonde e mai banali.
Una lettura che è un pugno nello stomaco, ma altresì fondamentale - dimenticare sarebbe nient’altro che un affronto a tutto ciò che il popolo ebreo ha patito.